Giappone. Storie d’amore e guerra: attraverso una selezione di oltre 200 opere, il Mondo Fluttuante dell’ukiyo-e arriva per la prima volta a Bologna a Palazzo Albergati, calato per l’occasione nella elegante e raffinata atmosfera del periodo Edo, l’odierna Tokyo (1603-1868). Saranno esposti i più grandi artisti dell’Ottocento giapponese tra cui Hiroshige, Utamaro, Hokusai, Kuniyoshi, ma la mostra offre un panorama completo anche sulla vita dell’epoca in Giappone, con l’esposizione di vestiti di samurai, kimono, ventagli e fotografie.
Il percorso si snoda tra il suadente mondo femminile delle geisha e delle ōiran (le cortigiane d’alto rango) e il fascino dei leggendari guerrieri samurai, il racconto della nascita dell’ukiyo-e e le famose stampe shunga ricche di erotismo, le opere che ritraggono gli attori del teatro Nō e Kabuki accanto a quelle che rappresentano il mondo della natura in tutte le sue manifestazioni – fiori, uccelli e paesaggi. La mostra sarà corredata da un nutrito programma di attività didattiche e collaterali quali la cerimonia del te, la creazione degli origami e molto altro. Sarà, insomma, un meraviglioso viaggio attraverso la storia, l’arte e la bellezza del Giappone.
Con il patrocinio del Comune di Bologna, del Consolato Generale del Giappone a Milano e della Fondazione Italia Giappone, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e curata da Pietro Gobbi grande studioso dell’arte giapponese.
Per informazioni: www.palazzoalbergati.com
Le “figure contro” evocate dal titolo sono quelle immortalate in questi scatti: persone escluse dal racconto sociale, letteralmente spinte ai margini, in quanto la loro stessa esistenza è in contrasto con le logiche imperanti nella moderna società; cancellate dall’immaginario collettivo, esse ritornano con tutta la loro pregnanza in queste immagini, che si danno come asserzioni di esistenza, testimonianza di vite condotte all’insegna della differenza, della non omologazione, della sofferenza, ma anche della spontaneità e della naturalezza.
In altri casi, le protagoniste sono figure che rispetto a queste logiche si pongono in contrasto, contro – appunto – che protestano, manifestano, non si rassegnano, affermando un modello alternativo.
Ma “figure contro” sono anche quelle delle fotografe e dei fotografi che hanno realizzato queste immagini: Giordano Bonora, Anna Candiani, Carla Cerati, Mario Cresci, Uliano Lucas, Paola Mattioli e Giuseppe Morandi. Ciascuno secondo la propria sensibilità e con il proprio linguaggio hanno contribuito a tradurre la fotografia da strumento di pura constatazione a strumento critico, di denuncia ma anche più sottilmente di riflessione, utile ad una presa di coscienza di quello che è la società italiana in pieno boom economico. Bianco e nero, aspetti ostentati ma anche culture e umanità rimosse. La complessità di un paese viene mostrata, mettendone in luce tutte le contraddizioni. I toni sono differenti, ma la forza di tutte le fotografie esposte in questa mostra risiede, in fondo, nella loro adesione alla realtà, oltre le convenzioni e i cliché, in una totale coincidenza di atteggiamento tra i soggetti ritratti e gli autori. Essere veri: un modo semplice ma radicale, questo, di essere figure contro.
Per informazioni: www.csacparma.it
Un significativo nucleo di opere in ceramica di Galileo Chini – provenienti in gran parte dalla collezione Vieri Chini di Borgo San Lorenzo, saranno esposte presso il museo Bertozzi & Casoni. Si tratta non tanto di una mostra monografica quanto piuttosto del tentativo di evidenziare, nella modernità e nella contemporaneità, quei protagonisti e quei momenti che, per via diretta o indiretta, possono suggerire o trovare relazioni con i risultati espressivi e le finalità artistiche di Bertozzi & Casoni.
Le opere di Chini, esposte a diretto confronto con le opere presenti al Museo, suggeriscono, così facendo, affinità evidenti o sotterranee con opere realizzate un secolo dopo, dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che in arte nulla si crea e nulla si distrugge e che il concetto di tradizione artistica, cui Bertozzi & Casoni sono particolarmente legati, ha resistito, innovandosi, ai tanti tentativi di messa in crisi novecenteschi e attuali.
Come li accomuna l’utilizzo di un materiale povero e spesso negletto come la ceramica. Con la ceramica Galileo Chini (che è stato artista a tutto campo come pittore, decoratore, disegnatore e scenografo) ha dato uno dei massimi contributi all’Art Nouveau europea, e, parimenti, proprio nelle possibilità e potenzialità mimetiche della ceramica Bertozzi & Casoni hanno trovato il più idoneo mezzo espressivo per rendere credibili i loro ellittici esercizi del pensiero.
Infine, ma non ultima, la loro comune esaltazione della bellezza. Una bellezza che Chini rinveniva nello sfuggente mondo naturale, esaltato dai mai statici riverberi del lustro, e che Bertozzi & Casoni ci hanno indotto a scoprire anche negli oggetti o nei soggetti più trascurati, rifiutati o negletti.
Per informazioni: www.museobertozziecasoni.com/events/dialoghi-darte/
Il MAMbo apre la programmazione espositiva del suo spazio principale -presso la Sala delle Ciminiere del Museo d’Arte Moderna di Bologna – sotto la direzione artistica di Lorenzo Balbi, con That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine, una mostra che presenta i lavori di circa 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti, esplorando differenti media e linguaggi. L’esposizione, dal taglio dichiaratamente generazionale, indaga gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese, coerentemente con un preciso posizionamento nel panorama italiano e internazionale che il MAMbo ha scelto di darsi.
That’s IT! (IT come il codice dell’Unione Europea che individua la sigla dell’Italia) non si sviluppa, volutamente, intorno a un concept unitario e monolitico, ma propone interrogative e possibili letture della contemporaneità in una prospettiva aperta, dialettica e magmatica.
Ha ancora senso oggi definire un artista “italiano”? Cosa contribuisce a determinare la definizione di “italianità”? Tale definizione ha delle conseguenze sull’autorappresentazione dell’artista? Dove e come poniamo il confine geografico e generazionale? La mostra propone alcune tra le possibili risposte.
La mostra fa parte di Bologna Estate 2018, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna.
Per informazioni: www.mambo-bologna.org/
Con la nuova mostra Tesori d’oriente, curata da Pedro Moura Carvalho, la Fondazione Franco Maria Ricci propone un’accurata selezione di manufatti, straordinari esempi dell’arte decorativa del Cinquecento e Seicento, alcuni mai esposti prima d’ora, provenienti da prestigiose collezioni private italiane e portoghesi e da alcuni musei. Madreperle, avori, pietre dure e altri materiali preziosi compongono i ricchi oggetti istoriati che sfileranno tra le sale e tra le pagine del volume omonimo edito da Franco Maria Ricci, catalogo della mostra arricchito dai testi dello stesso Carvalho.
È un racconto che parte da lontano, quando nel Rinascimento raffinate opere d’arte realizzate in Asia con materiali esotici giungono per la prima volta in Europa a seguito della colonizzazione, e la sapiente maestria degli artigiani locali suscita la meraviglia di mercanti, viaggiatori e studiosi.
L’esposizione propone un viaggio nel Rinascimento a cavallo tra Oriente e Occidente, che consentirà ai visitatori di ammirare oggetti finemente lavorati in avorio, madreperla, pietre dure che, oggi come allora, non smettono di sorprendere. La mostra si propone inoltre di raccontare per la prima volta le complesse relazioni commerciali e culturali tra i territori asiatici colonizzati dai portoghesi, durante l’epoca delle grandi scoperte, di cui il Portogallo stesso fu protagonista, le raffinate manifatture indiane e i collezionisti europei durante due secoli di storia.
Per informazioni: www.labirintodifrancomariaricci.it/it/labirinto/homepage-labirinto/
Dal 15 settembre al 4 novembre 2018, a Palazzo Ducale di Sassuolo (MO) si tiene la personale dell’artista brasiliano e frate francescano, Sidival Fila (1962), dal titolo Prospettive relative. L’esposizione, organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Area Centro, presenta una serie di installazioni site-specific e opere di grandi dimensioni che dialogano con gli spazi architettonici e pittorici più prestigiosi del Palazzo Ducale di Sassuolo, come il Salone delle Guardie, la Camera della Fortuna, la Camera dell’Amore, la Camera delle Virtù estensi. A introdurre idealmente la rassegna, all’ingresso del Palazzo, sarà allestita l’opera Fenice, una delle più conosciute di Sidival Fila. L’antico e il moderno si rendono protagonisti di un rovesciamento di prospettive, dove il tema della verità viene posto alla ribalta, mostrandone la relatività e al tempo stesso l’assoluta dipendenza dalla percezione di ogni individuo.
Le installazioni presenti puntano a confondere la percezione del visitatore, attraverso una esperienza di visita insolita e personale, mentre i grandi monocromi sulle finestre che guardano verso lo Scalone d’Onore e verso la Peschiera, creano un connubio di forte impatto estetico con gli affreschi seicenteschi.
Dai materiali umili agli oggetti di scarto, fino ai tessuti liberi e introflessi, nella sua ricerca costante è il contatto con la materia, a cui l’artista mira a restituire la voce, a raccontarne la storia, a farne percepire la vibrazione.
Per informazioni: www.gallerie-estensi.beniculturali.it/
La mostra di Lawrence Beck intitolata Dialogo con l’Antico, dedicata ai giardini italiani, sarà ospitata nelle sale del Palazzo Ducale di Sassuolo.
L’aspetto attuale del Palazzo prende forma dal 1634, quando l’antico e massiccio castello fu trasformato in residenza ducale, un luogo prestigioso da utilizzare per la villeggiatura estiva e come sede di rappresentanza ufficiale della corte. La committenza della ricostruzione e della decorazione spetta a Francesco I d’Este, il duca che, dopo la perdita di Ferrara nel 1598, creò la nuova immagine di Modena capitale dello stato e riportò sulla scena politica europea il ducato estense di Modena e Reggio Emilia. Il palazzo, denominato anche “Delizia” per la sua architettura impreziosita da fontane e circondata da spazi verdi, per la bellezza delle decorazioni nei suoi ambienti e per il felice inserimento nell’ampia vallata del Secchia, rappresenta un vero gioiello della cultura barocca dell’Italia settentrionale.
Quello dei giardini è il tema cui Beck si è dedicato negli ultimi cinque anni di lavoro e rappresenta il culmine della sua visione artistica che parte dal concetto tradizionale di fotografia come documento. In questo ciclo Beck si dedica al rapporto tra uomo e natura, concentrandosi su paesaggi in cui s’inseriscono alcuni dei capolavori più importanti dell’architettura italiana. Conosciuto per le sue fotografie di larghe dimensioni, Lawrence Beck da anni immortala paesaggi naturali illuminati da una luce diffusa e soffice che fotografa con il metodo tradizionale della pellicola, producendo così effetti molto diversi da quelli delle istantanee digitali
Per informazioni: www.gallerie-estensi.beniculturali.it
Cinema Estivo: 93 sere d’estate nella sala cinematografica a cielo aperto più amata dai reggiani. Da lunedi 4 giugno al 5 settembre, nell’arena di via Samarotto si riaccende il Cinema sotto le stelle. L’appuntamento quotidiano (sette sere su sette) con il cinema estivo di Arci Reggio Emilia, realizzato in collaborazione con HeraComm, Coop Alleanza 3.0, l’Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia e Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai), per tre mesi offrirà anche quest’anno un excursus di tutto riguardo sulla settima arte. La prima parte della programmazione è arrivata fino al 31 luglio, i film di agosto e settembre saranno annunciati tra qualche settimana.
Nelle 93 giornate di programmazione, che ospiteranno 3 rassegne, diversi film con ingresso gratuito, opere prime e seconde, presentazioni di film con i registi in arena, film storici restaurati e circa il 70% di film d’essai per una proposta, come sempre, alla ricerca di un cinema di qualità che non disdegna la popolarità. Grande spazio per il cinema italiano: si potranno vedere le nuove pellicole di Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Luca Guadagnino, Alice Rohrwacher e tanti altri che stanno tenendo alti i colori nazionali nel mondo. Ma all’arena estiva arriverà come sempre anche il cinema internazionale d’azione e d’avventura, sentimentale e drammatico. Insomma ce n’è per tutti in queste 93 sere.
Nel mese di giugno l’inizio delle proiezioni sarà alle ore 21.45, a luglio alle 21,30, mentre ad agosto e settembre i film inizieranno alle ore 21.15. La biglietteria aprirà 30 minuti prima dell’inizio delle proiezioni.
Per informazioni: eventi.comune.re.it/eventi/rassegna/cinemaestivostalloni
Mercoledì Rosa IX Edizione: rosa è il colore delle notti reggiane. Dal 20 giugno al 25 luglio tornano i Mercoledì Rosa a Reggio Emilia, sei serate di grande intrattenimento per vivere e riscoprire il centro storico, condividendo emozioni e spirito di comunità.
I Mercoledì Rosa sono promossi dal Tavolo Unico di Coordinamento del Commercio, composto da Comune di Reggio Emilia, Camera di Commercio, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lapam Confartigianato e organizzati da Kaiti expansion: l’appuntamento rappresenta il momento clou dell’estate reggiana e del calendario di iniziative sotto il logo ‘C’entro Reggio Emilia’, il progetto nato nel 2013 per sottolineare il ruolo del centro come cuore pulsante della città, luogo di qualità, di cultura, di relazioni e di grande offerta commerciale con circa 1000 tra negozi, bar e ristoranti.
Lo slogan “ci SEI anche tu?” sottolinea un obiettivo importante: i Mercoledì Rosa rappresentano una delle occasioni, proposte dal Tavolo Unico di Coordinamento del Commercio, per valorizzare i luoghi dell’esagono, vivacizzando ogni angolo del centro e condividendo con i cittadini, e le numerose persone provenienti da altre città, un centro storico vivo, capace di offrire iniziative trasversali a tutti i target di pubblico, all’insegna dell’originalità e della qualità.
Per informazioni: www.mercoledirosa.it
Festival di Torrechiara Renata Tebaldi: il castello di Torrechiara è senz’altro il più spettacolare e strutturato. Localizzato nella provincia di Parma, è stato spesso usato come set cinematografico di film come Ladyhawke di Richard Donner, interpretato da Michelle Pfeiffer, Matthew Broderick e Rutger Hauer ed è sede di spettacoli estivi tra i quali il Festival di Torrechiara Renata Tebaldi. Il maniero si trova a 278 m. sul livello del mare su una piattaforma murata posta al sommo di un colle terrazzato e coltivato alla sinistra del torrente Parma lungo la strada per Langhirano. Sicure notizie dell’esistenza di una struttura fortificata a Torrechiara si hanno solo dal 1259 quando il podestà di Parma ne ordina la demolizione, vietandone due anni dopo la riedificazione. L’attuale castello in ogni modo venne realizzato nel 1448-60 da Pier Maria Rossi con una formula felicissima di fusione fra strutture difensive e residenziali che ne fanno tuttora una delle esperienze estetiche più piacevoli del territorio.
La splendida cornice del Cortile d’Onore del Castello ospita un Festival che affianca musica classica, jazz, danza, teatro e sonorità variamente legate alla tradizione. La ragione di questo abbinamento risiede nella convinzione che il Castello di Torrechiara (e il Cortile d’Onore con la sua acustica perfetta) non sia solo un monumento del passato, ma uno spazio che per cinque secoli è stato vissuto, nei modi propri ad ogni epoca, dalle generazioni che si sono susseguite, un ponte ideale tra passato e presente.
Un festival dedicato a Renata Tebaldi, come lo definiscono gli organizzatori dell’evento: “è stata amica e madrina del nostro Festival fino dagli inizi. Per tanti anni ha seguito con interesse il nostro lavoro e non ci ha mai fatto mancare suggerimenti, consigli, osservazioni. Quando è nato il Festival di Torrechiara abbiamo subito pensato di dedicarlo a lei, nella convinzione che la nostra terra le debba essere grata in forma permanente e che il modo migliore per ricordare Renata Tebaldi nei luoghi da cui è partito il suo eccezionale percorso artistico sia attraverso la musica.”
Per informazioni: www.festivalditorrechiara.it