Warhol&Friends. New York negli anni ’80.

Tra storie di eccessi, trasgressione e mondanità, i protagonisti del vivacissimo clima artistico di una sempre nuova New York degli anni ‘80 come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons, con circa 150 opere dal 29 settembre saranno a Palazzo Albergati di Bologna nella mostra Warhol&Friends. New York negli anni ’80.

Gli anni ‘80 hanno un loro modo di fare politica in un’esplosione di colori e figure dove l’arte non è solo esperienza visiva; un decennio che ha visto combinarsi arte, musica, cinema e letteratura – nel momento in cui gallerie e mercato internazionale decretano il clamoroso successo del ritorno alla pittura – a Bologna arrivano Warhol, Haring con Untitled (1983), Schnabel con Dunciad (Trances of Bouboul) del 1983, Koons con Art Magazine Ads (1989), Basquiat con Untitled (1983) e Bertoglio con Grace Jones e Madonna (1983).

In mostra con 36 opere e 38 polaroid Andy Warhol che, dopo essere stato vittima nel 1968 di un terribile attentato, proprio all’inizio degli anni ‘80 torna al centro della vita artistica e sociale di New York realizzando alcuni tra i suoi cicli più interessanti presenti in mostra come Shoes, Hammer & Sickle, Camouflage, Lenin, Joseph Beuys, Vesuvius, Knives.

Con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna, la mostra Warhol&Friends. New York negli anni ’80 è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e curata da Luca Beatrice.

Per informazioni: www.palazzoalbergati.com

Phoebe Unwin. Field

Phoebe Unwin. Field
La Collezione Maramotti la prima mostra in Italia dell’artista inglese Phoebe Unwin; costituita da una serie di nuovi dipinti realizzati appositamente per la Pattern Room della CollezioneIl titolo dell’esposizione evoca molteplici connotazioni. Il ‘campo’ rimanda al paesaggio, ma anche alle campiture di colore e al taglio della visione. È un luogo di mezzo, un soggetto pittorico tradizionale che permette all’artista di oscillare fra il figurativo e l’astratto, di investigare le qualità formali della pittura. Sviluppando una ricerca sul paesaggio e sull’interazione fra la figura umana e l’ambiente circostante. Unwin costruisce con la pittura una delicata alternanza di orizzonti, distanze variate che generano un’osservazione a diverse velocità. Anche la superficie stratificata e porosa delle opere e la messa a fuoco appannata dei soggetti generano un dinamismo della visione all’interno di ogni quadro e un’intima relazione tra un’opera e l’altra.

Il lavoro da cui prende avvio il progetto è un quadro del 2017, Approach, in cui Unwin dipinge due persone sospese in un incontro. I loro contorni si fondono, in parte, con il paesaggio, che viene così modellato dalla percezione.

L’artista con le sue opere invita a riflettere sulla complessità di piccoli momenti apparentemente senza importanza e contemporaneamente esplora e forza i limiti della pittura come mezzo di espressione.

Unwin non prende spunto da fotografie o da altri tipi di immagini, bensì utilizza la memoria personale e dei blocchi di disegno, sui quali  traccia schizzi delle sue esperienze quotidiane.

Per informazioni: www.collezionemaramotti.org

1968. UN ANNO

La mostra 1968. Un Anno è un grande racconto di un anno chiave del novecento, restituito attraverso un’indagine all’interno dell’archivio dello CSAC, il cui primo nucleo nasce proprio nel 1968 e che oggi, a cinquant’anni di distanza, vanta una raccolta di oltre 12 milioni di materiali originali nell’ambito della comunicazione visiva e della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.

Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all’anno 1968, questa mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull’ambiente, che esplosero in quell’anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di diversificate culture.

La riflessione sul corpo è rappresentata a differenti scale: dal gioiello all’abito, dall’ideazione di nuovi luoghi della cultura giovanile alla ridefinizione della scena e alla riappropriazione dello spazio pubblico. Il confronto di molteplici sistemi di segni e iconografie avviene attraverso manifesti, progetti di abiti, rappresentazioni di gesti e reportage fotografici.

Con la mostra 1968. Un Anno non si vuole suggerire uno sguardo univoco, ma una serie di contraddizioni, confronti e nuove prospettive. Si intende proporre una riflessione sul tempo e sul concetto di sincronia che un grande archivio costituito da tracce di processi di ideazione, progettazione e realizzazione, è in grado di mettere in discussione.

Per informazioni: www.csacparma.it

Dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività. Avanguardie in Germania

La mostra Dall’espressionismo alla nuova oggettività. Avanguardie in Germania, nel Palazzo del Governatore di Parma, propone 40 opere dei maggiori rappresentanti di questa corrente culturale e artistica, sviluppatasi in Germania nella prima metà del Novecento, provenienti dal Von der Heydt Museum di Wuppertal (Germania), che ospita una delle più imponenti collezioni dell’Espressionismo tedesco e delle tendenze artistiche del periodo dopo la prima guerra mondiale.

Il percorso espositivo si sviluppa in due importanti sezioni.

La prima si concentra sull’Espressionismo tedesco, presentando opere paradigmatiche per lo più provenienti dalla cerchia dei gruppi di artisti del Die Brücke (Il Ponte) di Dresda, quali Kirchner, Heckel, Mueller, del Der Blaue Reiter (Il Cavaliere azzurro) di Monaco, tra cui Kandinskij, Marc, Jawlensky, Macke e del Der Sturm (La Tempesta), la rivista d’arte e galleria con base a Berlino, con autori quali  Davringhausen, Beckmann, Grossberg.

La seconda offre la visione dei cambiamenti estetici negli anni del primo dopoguerra, quando artisti quali Hofer, Viegener, Dix, Ernst, Adler, rappresentanti della Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) hanno creato, sotto l’influenza del nuovo Razionalismo e Funzionalismo, della “Pittura Metafisica” e del Neo-Classicismo del cosiddetto “Ritorno all’ordine” sviluppate in Italia, una nuova atmosfera artistica che riflette la disillusione della generazione che ha vissuto la guerra e la conseguente perdita di vite umane e la distruzione di città europee.

“L’esposizione – afferma il curatore, Lorand Hegyi -, grazie alla generosa e altamente professionale collaborazione con il Direttore del Museo Von Der Heydt, Dr.Gerhard Finckh e dei suoi colleghi, propone un approfondimento di un così importante movimento artistico, che più di 100 anni dopo la sua nascita conserva un messaggio estetico ed etico ancora estremamente diretto ed essenziale attraverso un linguaggio empatico che trasmette con efficacia messaggi toccanti, drammatici e spirituali”.

Per informazioni: www.emiliaromagnaturismo.it/it/eventi/parma/parma/dall2019espressionismo-alla-nuova-oggettivita-avanguardie-in-germania 

Jean Dubuffet. L’arte in gioco

Una grande retrospettiva dedicata a Jean Dubuffet uno dei maggiori artisti del XX secoloLa mostra va ad esplorare i numerosi cicli creativi, le vaste ricerche, le sperimentazioni tecniche inedite e originali dell’artista, genio universale e multiforme.

In mostra 140 opere tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d’artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali provenienti principalmente dalla Fondation Dubuffet e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, nonché da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia, oltre a un nucleo di 30 lavori di protagonisti storici dell’art brut, realizzata in collaborazione con Giorgio Bedoni. Il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni principali, si sviluppa intorno alla dialettica tra le due nozioni di materia e spirito.

La prima, dal 1945 al 1960, presenta tutta la ricchezza dei cicli intorno alla materia, da Mirobolus, Macadam et Cie a Matériologies; la seconda verte sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con i lavori della serie de L’Hourloupe, nati da un disegno eseguito macchinalmente al telefono, che si trasformerà 12 anni più tardi in scultura monumentale.

La terza parte esplora il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela “non più il mondo ma l’immaterialità del mondo” (Dubuffet).

Per informazioni:  www.palazzomagnani.it/

 

La vita materiale

L’esposizione La Vita Materiale inaugura una nuova stagione del contemporaneo della Fondazione Palazzo Magnani presentando la ricerca di otto artiste italiane accomunate dall’impiego e rigenerazione di materiali spesso umili e tradizionalmente associati all’artigianato che trovano un originale spazio nel loro lavoro artistico. Intento della mostra è il desiderio di valorizzare una pratica artistica femminile che connette sapientemente il percorso artistico all’esperienza personale e il legame arte/vita in tutta la sua complessità e fertilità.

Il percorso espositivo mira a coinvolgere ed interrogare i sensi, perché la nostra esperienza passa attraverso il corpo che crea sinestesie con ciò che lo circonda. È un corpo-mondo; per questa ragione in apertura della mostra “l’albero del corpo” percepito e raccontato da Claudia Losi e il velario su un “paesaggio-corpo”, messo in scena da Elena El Asmar, divengono felice prologo alle otto stanze.

Lo spettatore è invitato a scoprire otto habitatotto ambienti a cui ogni artista ha dato un titolo; stanze come bozzoli, in cui ognuna di loro ha proposto il proprio mondo, il lavoro nello studio e in cui appare chiaramente come la materia, nei suoi processi di trasformazione, sia qualcosa di “organico” e vitale. Si presentano in modo confidente, che non allontana e intimorisce il visitatore, ma che favorisce la sua possibilità di avventurarsi nel gioco della scoperta.

La mostra offre interessanti connessioni con l’antologica che Palazzo Magnani dedica, in contemporanea, a Jean Dubuffet.

Per informazioni: www.palazzomagnani.it

Face to Face_Parmeggiani Albergo delle Notarie

FACE TO FACE Collezioni a confronto

Un’occasione per una proposta espositiva di confronto con le più importanti opere dell’altra galleria d’arte civica, la Galleria di Anna e Luigi Parmeggiani.

Non si vuole con questo legittimare l’ipotesi di una sintesi tra le due collezioni, peraltro auspicata con forza negli anni sessanta e periodicamente riaffiorante nel dibattito cittadino. Nulla accomuna le due gallerie d’arte della città, lontane per storia, vicende collezionistiche, consistenza patrimoniale. L’una, la Galleria intitolata ad Antonio Fontanesi, conserva il patrimonio artistico legato alla città, frutto di numerosi episodi di committenze, donazioni, acquisizioni strettamente legate a Reggio Emilia e al territorio; l’altra, la Galleria inaugurata da Luigi Parmeggiani nel 1934, è il frutto delle sue acrobatiche frequentazioni del mondo artistico-antiquariale europeo di fine Ottocento, tra eccellenze e valori consolidati, equivoche riappropriazioni e disinvolte ricostruzioni, oggi legittimate dal passare dei secoli.

FACE TO FACE accosta dipinti diversi per scuola pittorica, provenienza geografica, epoca e stile. Può essere il soggetto ad unirli, anche se con opposte interpretazioni, oppure un dettaglio iconografico, a volte l’impaginazione dello spazio, altre un riferimento storico. L’accostamento stimola in ogni caso nuovi sguardi, insospettate curiosità dove la storia dell’arte deve lasciare il posto allo studio delle tradizioni, dei costumi, o lasciarsi semplicemente guidare da assonanze visive.

Per maggiori informazioni: www.musei.re.it/appuntamenti/face-to-face-collezioni-a-confronto/

credem_underground- Albergo delle Notarie

Regium Lepidi Underground

Le Antiche Rovine di Regium Lepidi Underground. Con la mostra Regium Lepidi Underground. Via Emilia San Pietro 6, Credem apre le porte dell’unico sito archeologico visitabile a Reggio Emilia, custodito nella sua sede centrale, Palazzo Spalletti Trivelli. L’esposizione completa il percorso delle mostre che celebrano i 2200 anni di costruzione della via Emilia in città, On the Road. Via Emilia 187 a.C. – 2017, presso i Musei Civici e Ego Sum Via. Via Aemilia. Via Christi al Museo Diocesano.

Il titolo della mostra è un invito a scendere “underground”, sotto terra, per ammirare il cuore della Reggio Emilia romana, allora chiamata Regium Lepidi. Ad una profondità di tre metri e mezzo sotto il livello della Via Emilia attuale, infatti, si conservano le rovine dell’area del Foro romano, databili dal II secolo a. C. al IV secolo, dove sono visibili i resti imponenti di un grande edificio pubblico, la Basilica, il tribunale civile della città romana, e di un’altra imponente costruzione, individuata dagli archeologi come parte delle mura di difesa della città o come basamento del tempio cittadino.

Per informazioni: www.credem.it/content/credem/it/spazio-credem/regium_lepidi_underground.html

 

Painting Piece-By-Piece Albergo delle Notarie

Painting Piece-By-Piece

Nella sua prima mostra europea Painting Piece-By-Piece la pittrice americana Sally Ross presenta cinque grandi opere dal 2013 al 2015, recentemente acquisite dalla Collezione Maramotti.

La base su cui poggia il lavoro di Ross è il luogo reale in cui dà vita alla creazione artistica: lo studio, e in particolare il pavimento dello studio, su cui le opere sono inizialmente assemblate, come mappe che si disperdono in diverse direzioni, con frammenti di tela cuciti tra loro come in una sorta di trapunta cubista.

È un paesaggio che l’artista osserva dall’alto e compone pezzo dopo pezzo. I lavori spesso presentano una tridimensionalità, non solo nel caso delle protrusioni sculturali di alcuni dipinti, ma anche dei blocchi che ne delineano le superfici. Il materiale vero, ad esempio un pezzo di flanella a scacchi verde e nera della sua stessa giacca, entra nella tela, la completa come la tessera di un puzzle; il materiale, reale anziché dipinto, suggerisce un trompe-l’oeil al contrario. Le opere in mostra rivelano i loro componenti e le loro combinazioni, il pensiero e il lavoro manuale sottesi alla loro realizzazione, pur conservando una qualità enigmatica, al contempo elusiva e diretta.

Per saperne di più: www.collezionemaramotti.org/it/dettaglio-mostra