WHAT A WONDERFUL WORLD

Distribuito tra Palazzo Magnani e i Chiostri di San Pietro (RE), la Fondazione Palazzo Magnani propone, attraverso una mostra, un avvincente e inedito viaggio attraverso i secoli, per comprendere quanto la Decorazione e l’Ornamento raccontino di noi e del mondo.

L’esposizione – promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – ripercorre alcune delle numerose declinazioni in cui si esplica l’azione ornamentale attraverso oltre 200 opere, provenienti da importanti collezioni private e da istituzioni museali nazionali e internazionali.

Il percorso espositivo intende indagare le origini e gli sviluppi del multiforme matrimonio tra vita quotidiana, arte e Decorazione per poi affrontare in modo dettagliato le esperienze di tanta arte del Novecento e del nuovo millennio in cui i temi dell’Ornamento sono stati di nuovo rimessi in gioco.

Attraverso le varie sezioni che toccano diversi temi: dalla natura, alla tecnica, all’artigianato, anche locale grazie all’Ars Canusina, alle sue differenze tra le varie culture del mondo, senza dimenticare la scrittura e la calligrafia. Si prosegue con un’escursione nell’arte dell’800 e del’900 che dell’ornamento ha fatto terreno di scontro e confronto, fino a concludere con la contemporaneità e la musica con il tema dell’ “arabesco”, in particolare in autori quali Claude Debussy, che utilizzò il termine come titolo di una sua celebre composizione.

La mostra “What a wonderful world” sarà un’occasione per conoscere lo straordinario patrimonio di opere e testimonianze conservate nel territorio tra Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Modena e Bologna, da cui molte delle opere esposte provengono. Questa si divide tra le due sedi espositive di Palazzo Magnani e dei Chiostri di San Pietro: nella prima sarà possibile apprezzare il racconto caratterizzato da opere d’arte antiche e storicizzate, con suggestive incursioni nel campo contemporaneo tese ad evidenziare i retaggi e i continui rimandi, presenti nei secoli, tra le forme artistiche. Nella sede dei Chiostri di San Pietro, invece, il rapporto e i pesi si invertono, con l’arte contemporanea protagonista, di tanto in tanto affiancata da pezzi antichi o moderni.

La Fondazione Palazzo Magnani inoltre conferma l’attenzione verso le persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia Città Senza Barriere, arricchendo il percorso espositivo con una serie di riproduzioni di alcune opere per renderle fruibili a tutti.

 

Per maggiori informazioni: Fondazione Palazzo Magnani

Zavattini oltre i confini Albergo delle Notarie

Zavattini oltre i confini.

Il 13 ottobre 1989, giusto trent’anni anni fa, moriva Cesare Zavattini. Tre decenni paiono poter essere un giusto tempo per analizzare un personaggio così complesso, originale e appassionato quale è stato Zavattini. A lui – nelle diverse vesti di uomo di cinema, scrittore, fumettista, personaggio dal forte impegno politico – molti studi sono stati dedicati in Italia e nel mondo. Tuttavia un aspetto è rimasto, se non in ombra, certo meno indagato ed è quello che la Biblioteca Panizzi e l’Archivio Cesare Zavattini hanno approfondito in questi anni: il ruolo di Za all’estero, in tempi, i suoi, impregnati dal clima della Guerra Fredda e delle contrapposizioni ideologiche. Un ruolo che è stato cruciale nel promuovere aspetti salienti della cultura italiana del secondo Novecento e in particolare del neorealismo, nell’orizzonte europeo e più in generale nel panorama internazionale, grazie alla sua intensa partecipazione a convegni, congressi, conferenze, corsi di formazione nei paesi decolonizzati o in via di sviluppo, alle collaborazioni con riviste e a co-produzioni cinematografiche.

Il progetto espositivo si impronta su due linee direttrici: da un lato indaga l’attività svolta nei diversi ambiti artistici (cinema, letteratura, pittura, ecc.), nelle aree geografiche (sia in Europa che nel Nuovo Continente); dall’altro, approfondisce temi e vicende particolari, come quello del viaggio (ad esempio sulle orme di Van Gogh), della pace, dei rapporti con lo scrittore latino-americano Garcia Marquez e con gli ambienti cosmopoliti ebraici.

Nell’esposizione di Palazzo da Mosto, confluiranno materiali documentari e iconografici che raccontano tutte le attività e la rete di rapporti intessute da questa eclettica personalità: migliaia di carte originali, dattiloscritte e manoscritte, annotazioni autografe, insieme a fotografie, video, manifesti e libri.

Arricchiscono la mostra alcuni dei suoi inseparabili oggetti, la macchina da scrivere, il basco, la borsa da viaggio, oltre ai 150 quadri provenienti dalla Pinacoteca di Brera di Milano, facenti parte della celebre collezione di 8X10 che Cesare Zavattini aveva raccolto nel corso degli incontri con alcuni tra i più importanti artisti del Novecento. Tra i tanti saranno in mostra Giacomo Balla, Antonio Ligabue, Alberto Burri, Enrico Baj, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Bruno Munari, Claudio Parmiggiani, Gillo Dorfles, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Mario Sironi, Alberto Magnelli e poi ancora Pietro Consagra, Roberto Crippa, Fortunato Depero, Filippo De Pisis, Gianni Dova, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella e tanti altri.

Ultima sala del percorso espositivo sarà dedicata agli scatti inediti di uno dei maggiori fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin, realizzate in occasione del lavoro che ripropone la “Luzzara” di Cesare Zavattini nel libro fotografico “Un Paese vent’anni dopo”.

In chiusura della mostra è programmato per sabato 29 febbraio 2020, a Reggio Emilia nell’aula magna dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, un convegno incentrato sulla dimensione internazionale di Zavattini. Nel corso dell’iniziativa saranno presentate le ricerche compiute dal gruppo di lavoro del progetto “Zavattini oltre i confini” e pubblicate nel catalogo della mostra.

 

Per maggiori informazioni: Fondazione Palazzo Magnani

Settembre Gastronomico 2019

Per tutto il mese di settembre, Parma aprirà le sue porte ai foodie: inizia infatti la serie di eventi legati a Settembre Gastronomico. Le eccellenze enogastronomiche di Parma saranno protagoniste di un intero mese di eventi a tema gourmet. Il programma prevede itinerari tra arte, gusto e musica alla scoperta degli angoli verdi della città.

All’interno della manifestazione, torna la “Cena dei Mille”. Il centro storico di Parma si trasformerà in un suggestivo ristorante gourmet all’aperto, per mille ospiti. Il fil rouge sarà la riscoperta di gusti della tradizione gastronomica parmense.

Gli chef di Chef To Chef firmeranno l’antipasto e quelli di Parma Quality Restaurants cureranno primo e secondo piatto. Guest star sarà Norbert Niederkofler, che affiancherà la squadra di Parma Quality Restaurants. Lo chef tristellato, fautore della filosofia “Cook The Mountain” firmerà il dessert. La “Cena dei Mille” avrà una finalità benefica: i fondi raccolti saranno devoluti a Emporio Solidale Parma, che assiste oltre mille famiglie in difficoltà. Grazie alla collaborazione di Destinazione Turistica Emilia, gli ospiti della “Cena dei Mille” potranno anche gustare prodotti tipici provenienti dai territori di Piacenza e Reggio Emilia.

Attraverso Giardini Gourmet potrete scoprire gli incantevoli giardini di cui Parma è disseminata, alcuni dei quali privati e normalmente non aperti al pubblico. È un’occasione imperdibile per scoprire angoli segreti della città ducale mentre si gode di musica di qualità  e gustando proposte gastronomiche gourmet. Sono poi organizzate visite guidate alla scoperta di eccellenze come Prosciutto di Parma DOP, con il Festival e i weekend “Finestre Aperte”, e pomodoro, protagonista del “Tomaca Festival”. Senza dimenticare la pasta, le conserve ittiche e altri prodotti lattiero caseari.

Il calendario di “Settembre Gastronomico” sarà poi completato da showcooking, talk show, presentazioni di libri, momenti culturali e di intrattenimento e laboratori didattici a cura dell’Università degli Studi di Parma e di Verdi Off, e Giocampus e Madegus – Maestri del Gusto.

Per maggiori informazioniwww.parmacityofgastronomy.it

L’ARTE DEL GOL – Pittura scultura fotografia e il gioco più bello del mondo

In occasione del Campionato europeo di calcio Under 21, dal 19 giugno all’8 settembre 2019, a Reggio Emilia è stata realizzata una mostra inedita su questo sport che punta ad evidenziare le connessioni tra mondo creativo e sportivo a partire dalla fine del XIX secolo alla contemporaneità.

Alcune delle più grandi innovazioni della storia giungono alla fine di un percorso e il XIX secolo si è concluso con diverse “invenzioni” i cui effetti si avvertono ancora nel nostro presente. In particolare, a dicembre 1895 è fissata la data ufficiale della nascita del cinema e nello stesso anno si inaugura la prima Biennale di Venezia. Appena tre anni dopo, nel 1898, per la prima volta viene assegnato il titolo di campione d’Italia.
Sembrano eventi non collegabili tra loro, eppure segni evidenti dell’affacciarsi di una nuova era culturale e sportiva. Non è un caso che le prime avanguardie artistiche del Novecento, in particolare il Futurismo, abbiano spesso rappresentato il gioco del calcio. C’è più di un indizio, dunque, che li vede non così lontani, calcio e arte.

Comincia da qui il racconto de “L’arte del gol”. Si tratta di una cavalcata nell’arte italiana del XX secolo in oltre 60 opere provenienti da musei pubblici e fondazioni. Nella mostra si avvicendano protagonisti e linguaggi in cui il calcio gioca la partita da protagonista. E sono protagonisti, talora sorprendenti, diversi grandi nomi del Novecento, come il futurista Fortunato Depero e il realista Renato Guttuso. Si passa poi dalla pop art, alla fotografia, la vignetta, le figurine, scoprendo un legame sorprendente tra queste discipline.

Per l’occasione inoltre sono esposti alcuni lavori di grande impatto visivo: l’installazione luminosa di Marco Lodola formata da dodici calciatori stilizzati, ciascuno con la maglia della propria Nazionale. Sono invece undici le “figurine” dipinte dal reggiano Andrea Gualandri, ovvero un’ideale Under 21 All Star. Sempre a proposito di figurine, la storia ricorda che un giovanissimo Wainer Vaccari disegnò la celeberrima “icona” per la Panini, ovvero la rovesciata di Carlo Parola. Oggi affermato pittore, Vaccari rivisita per la mostra quell’immagine entrata nella memoria storica del calcio italiano.

 

Per maggiori informazioni: Fondazione Palazzo Magnani

FOTOGRAFIA EUROPEA 2019

Dal 12 aprile al 9 giugno 2019 torna, a Reggio Emilia, FOTOGRAFIA EUROPEA, il festival culturale internazionale dedicato alla fotografia contemporanea, promosso da Fondazione Palazzo Magnani e Comune di Reggio Emilia.

Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi è il tema portante dell’edizione 2019 di Fotografia Europea, curata dal Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani sotto la direzione artistica di Walter Guadagnini.
La quattordicesima edizione del festival va ad approfondire le relazioni umane in tutta la loro estensione, da quella affettiva, più naturalmente privata, a quella sociale, più naturalmente agita in ambito pubblico.

Le mostre saranno presenti a Palazzo Magnani, Palazzo da Mosto, Sinagoga, Chiostri di San Pietro, Spazio Scapinelli, Chiostri di San Domenico, Spazio Gerra e Biblioteca Panizzi.
Fotografia Europea, come ogni anno, offre la possibilità di aprire luoghi inediti della città di Reggio Emilia.. quest’anno scopriremo i sotterranei del Teatro Valli e la Chiesa e il chiostro di San Niccolò e il Battistero.

Per ulteriori informazioni: www.fotografiaeuropea.it

Antonio Fontanesi e la sua Eredità

A duecento anni dalla nascita, Reggio Emilia al Palazzo dei Musei, dedica una ampia retrospettiva ad Antonio Fontanesi, artista reggiano, indiscusso protagonista della pittura dell’Ottocento italiano, interprete straordinario delle novità del paesaggio romantico, uomo inquieto nella vita e innovativo sperimentatore nella pittura.

Promossa dai Musei Civici di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione Torino Musei-Galleria d’arte moderna e la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, la mostra è realizzata in partnerariato con la Regione Emilia Romagna – Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali , la Fondazione Cassa di Risparmio P. Manodori di Reggio Emilia, Destinazione Emilia, Unioncamere Emilia Romagna, Camera di Commercio di Reggio Emilia, APT Servizi, col contributo art bonus di CAR SERVER, CREDEM, IREN.

La rassegna – curata da Virginia Bertone, Elisabetta Farioli, Claudio Spadoni – oltre a ricostruire attraverso le più importanti opere di Fontanesi il percorso dell’artista, intende offrire un nuovo contributo critico alla sua conoscenza mostrando l’influenza che la sua pittura ha avuto negli artisti che dopo di lui si sono riconosciuti nel suo particolare approccio alla natura e al paesaggio, sospeso tra l’esigenza di rappresentazione del vero e l’urgenza di esprimerne le più intime emozioni.

In mostra l’esposizione dei più importanti dipinti di Antonio Fontanesi provenienti da importanti musei e collezioni italiane sarà posta a confronto con la produzione degli artisti che la critica ha collegato con la sua produzione, individuandone possibili motivi di ispirazione in un arco cronologico che dagli anni ottanta dell’Ottocento arriva fino agli anni sessanta del Novecento.
Saranno documentati i rapporti con la cultura simbolista e divisionista attraverso opere di Vittore Grubicy, Leonardo Bistolfi, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli ma anche la sua ripresa negli anni venti ad opera di Carlo Carrà, Felice Casorati, Arturo Tosi. L’ultima sezione sarà dedicata alle interessanti interpretazioni critiche degli anni cinquanta di Roberto Longhi e poi di Francesco Arcangeli. Quest’ultimo infatti, nell’individuare una continuità tra la concezione moderna dell’arte e la grande tradizione ottocentesca, inserisce Fontanesi nell’evoluzione di un naturalismo che nel dopoguerra arriva a Ennio Morlotti, Mattia Moreni, Pompilio Mandelli spingendosi fino alle ricerche materiche di Alberto Burri.

 

Per maggiori informazioni: www.musei.re.it/antonio-fontanesi-e-la-sua-eredita

Il sorpasso. Quando l’italia si mise a correre.

Dalla dura ricostruzione del paese dopo la devastazione della seconda guerra mondiale al clamoroso boom economico degli anni ’60. È questo il periodo storico narrato nella grande mostra fotografica. 15 anni in cui un paese distrutto e stremato riuscì a superare i traumi della guerra dando vita a un tumultuoso sviluppo economico, sociale, di immaginario, ammirato nel mondo intero. Un momento irripetibile, entusiasmante e contraddittorio, una storia tanto intensa da essere ancora un retaggio rilevante del nostro presente.

La mostra “Il sorpasso”, evidente richiamo al film-icona di un’epoca firmato Dino Risi, è il ritratto – un fotogramma dopo l’altro – del Paese nel momento in cui entra per sempre nella modernità: vita politica e vita privata, le lotte per il lavoro e le rivoluzioni del costume, la costruzione delle autostrade e lo sbocciare di un immaginario di celluloide, il cambiamento del paesaggio e la mutazione del volto di un Paese per decenni immobile. A unire il tutto, l’idea dell’Italia che accelera e guadagna posizioni anche con tratti di aggressività e di volgarità, come insegna la folle corsa della Lancia Aurelia della pellicola. È un’Italia che sorpassa i propri tratti arcaici e arretrati, andando avanti nonostante enormi problemi che spesso restano irrisolti, conseguenza di uno sviluppo troppo veloce, spesso squilibrato.

Organizzata dall’Istituto Luce-Cinecittà e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma in collaborazione con lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, è curata da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia.

 

Per maggiori informazioni: www.comune.parma.it/cultura/evento/it-IT/mostra-il-sorpasso-palazzo-del-governatore-parma.aspx

Rehang

Per la prima volta dall’apertura al pubblico della Collezione Maramotti nell’ottobre del 2007 dieci sale del secondo piano dell’esposizione permanente saranno riallestite per accogliere alcuni dei progetti presentati nei primi dieci anni di apertura: Enoc Perez (2008), Gert & Uwe Tobias (2009), Jacob Kassay (2010), Krištof Kintera (2017), Jules de Balincourt (2012), Alessandro Pessoli(2011), Evgeny Antufiev (2013), Thomas Scheibitz (2011), Chantal Joffe (2014), Alessandra Ariatti (2014).
Questa serie di esposizioni personali offre una panoramica, seppur parziale, sul work in progress portato avanti dalla Collezione attraverso l’invito ad artisti italiani e internazionali – in un momento particolare nello sviluppo della loro ricerca – a realizzare un nuovo corpus di opere da presentare al pubblico e che, successivamente, sono entrate a far parte del patrimonio.
Il percorso si snoda attraverso progetti diversi, in cui il costante interesse per l’evoluzione del linguaggio pittorico si accompagna a un’attenzione per nuove forme espressive e a un’interrogazione sullo statuto dell’opera d’arte, sempre con una forte tensione verso il futuro, una pre-visione attraverso cui coglierne le tracce.
Questo riallestimento – che rappresenta un momento di riflessione sulla Collezione e sul suo avanzamento – è accompagnato da una mostra temporanea, a piano terra, di documenti, libri e opere dai nostri archivi e dalla nostra biblioteca, luoghi vivi di conoscenza e approfondimento. Questi materiali valorizzano, attraverso alcuni significativi esempi, la vitalità del processo di creazione delle opere d’arte e le connessioni permeabili tra i diversi nuclei di raccolte della Collezione.

 

Per maggiori informazioni: www.collezionemaramotti.org/it/dettaglio-mostra/-/rehang/263482

Tilo e Toni, il duo artistico tedesco inaugura a Modena la prima mostra in Italia

Con In the Woods the Waterfall is Rushing, prima mostra personale in Italia, Tilo & Toni presentano l’ultima serie di lavori Im Walde rauscht der Wasserfall (In the Woods the Waterfall is Rushing), composta da pezzi unici di baryta paper, creati con un mix sperimentale di tecniche, tramite l’intervento diretto degli artisti sulle stampe.

Per Im Walde rauscht der Wasserfall Tilo & Toni hanno lavorato con diversi materiali, unendo fotografie, disegni e oggetti di varia natura, ricombinati in immagini e collage fotografici. Ispirate alla pratica di artisti come TONK, Man Ray, Bill, Patsch, Hartung o Braeckmann, le opere esposte sono l’esito di negativi graffiati, sovraesposizioni e disegni creati con la luce, direttamente all’interno della camera oscura.

Senza seguire una linea tematica precisa, la serie vuole essere una riflessione sulla natura e sul processo di creazione delle immagini, pensate dagli artisti come materia infinitamente interconnessa, frutto di una costante contaminazione e appropriazione.
Lavorare sulla processualità e sulla costruzione delle immagini, con ironia, ingenuità e provocazione, tramite approcci visuali vari e multiformi, è da sempre parte della ricerca e della pratica di Tilo & Toni. Con Im Walde rauscht der Wasserfall gli artisti richiamano un immaginario tipico dell’epoca romantica, evocato non solo dal riferimento al mondo naturale del titolo, ma soprattutto da una profonda attenzione per il gesto manuale e l’interazione con i materiali.

TILO & TONI è un duo artistico fondato nel 2015 a Siegen in Germania. Entrambi i componenti, dopo studi di scultura, pittura, fotografia e grafica all’Università di Siegen, conseguono un Master alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam.

Sede della mostra sarà l’associazione culturale Metronom, dove si terrà anche un’inaugurazione sabato 2 marzo 2019, ore 19.00 Date 2 marzo – 27 aprile 2019 Orari martedì-sabato 14-19 e su appuntamento. Ingresso libero.

 

Per maggiori informazioni: www.metronom.it/ita/mostre-future-dettaglio.php/id_cat=215

… in silenzio

Sabato 23 febbraio alle ore 17 verrà inaugurata presso SPAZIO DANTE in volta Antini 1 (laterale di borgo Antini) a Parma la mostra “… in silenzio” di Luca Compiani.

Laureato in lingue e, da sempre, appassionato di pittura è partito dagli anni Novanta da una sensibilità figurativa, è approdato a un’espressività informale al termine del 2005.
In questa circostanza è precisa intenzione del pittore parmigiano evidenziare la natura meditativa (da cui il titolo della rassegna) che accomuna tutti i suoi lavori da una decina d’anni in qua.
Si tratta di nature morte di diversa origine (da quelle “frontali e piatte” ispirate al canestro di frutta di Caravaggio, ad altre in cui fiori e oggetti sembrano trovare spazio in prospettive quasi irreali) nella cui forza evocativa il prof. Giovanni Ferrari, autore della nota introduttiva, scorge un’occasione di trasformazione positiva di noi stessi.